lunedì 28 febbraio 2011

Esplorazione speleosubacquea sorgente Milesi

 

Sorgente Milesi

Sabato mattina, 26 Febbraio 2011, abbiamo tutti in testa un solo obbiettivo, arrampicare il pozzo cascata che ci aveva fermato nella precedente punta esplorativa.

L’esito dei tracciamenti fatti a Bueno Fonteno, che proprio in questa sorgente hanno dato esito positivo, hanno creato un entusiasmo generale.

Siamo in tantissimi all’appuntamento a Tavernola nella prima mattinata di Sabato, anche perché l’interesse per il Progetto Sebino, ha contagiato non solo gli speleologi,ma anche chi vive, lavora e gestisce il territorio.

Insieme a Luca e Nadia prepariamo in un comodo spazio appositamente preparato le nostre attrezzature, e dopo averle suddivise in più sacchi speleo ci incamminiamo alla sorgente, scortati dalla protezione civile che nei giorni precedenti aveva messo in sicurezza il sentiero. Assembliamo le nostre attrezzature subacquee, riempiamo due sacchi speleo di materiale da trasportare oltre il sifone e un grosso bidone stagno, dove sistemiamo trapano, batterie ed un piccolo kit di soccorso. Tutto è pronto e verso mezzogiorno ci immergiamo.

L’assenza di precipitazioni nelle settimane precedenti ha di molto abbassato il livello del sifone, tanto che il flusso d’acqua in uscita è quasi impercettibile. Questo ci complica parecchio il superamento del sifone, dato che il sedimento sollevato durante il nostro passaggio non viene trasportato via dall’acqua. La visibilità è così compromessa dopo il passaggio del primo speleo sub. Riusciamo comunque a trasportare tutto il materiale in una sola volta e corriamo alla sala della cascata dove il camino ci aspetta. Insieme a Nadia inizio ad arrampicare in artificiale, mentre Luca si prende carico di effettuare le riprese video. Senza particolari difficoltà, visto la roccia sana, in breve il camino è superato. Davanti a me illumino una bellissima condotta forzata, in parte ingombra da massi di crollo. Grido a Nadia e Luca di recuperare tutto il materiale, e di raggiungermi...non crederanno ai loro occhi. La condotta ha un morfologia bellissima, piccoli ammoniti neri sulla roccia bianca sono sparsi in tutto l’ambiente, l’acqua limpidissima scorre tra rocce levigate dal suo incessante passaggio. La dimensioni della condotta sono di circa due metri di diametro e a stendo tratteniamo la voglia di correre. Il rilievo deve essere la priorità, così rileviamo avanzando.   Dopo sessanta metri di galleria troviamo un bivio. L’asse P1050973principale della grotta che mantiene una direzione di 270°  incontra un arrivo fossile con direzione 120°, in netta salita. Decidiamo di andare a vedere questo ramo e di tornare dopo a seguire l’acqua che proviene da un basso laminatoio. Il ramo sale con una pendenza di circa 30°, numerose sono le concrezioni che troviamo sia sulla volta che sulle pareti. In cima al ramo, parte un breve scivolo che ci porta in una saletta concrezionata con il fondo ingombro di sabbia. Cerchiamo un po’ ma non troviamo una prosecuzione. Torniamo sui nostri passi e strisciamo nel laminatoio per quindici metri prima di sbucare in una nuova galleria. Le dimensioni si fanno sempre più grandi, l’altezza in alcuni punti supera i cinque/sei metri. Tra grossi massi avanziamo con cautela accedendo a una sala con alcuni plastici fangosi, dove il lento stillicidio ha creato dei solchi regolari. Una grossa piega degli strati è visibile sulla parete terminale della sala. La prosecuzione non è evidente, ma sentiamo il torrente scorrere sotto i massi crollati sul fondo della sala. Ci infiliamo tra enormi blocchi fino a ritrovare l’acqua. Una serie di strettoie ci complica la vita, ma con un po’ di pazienza riusciamo a superarle. Troviamo la prosecuzione della grotta ma purtroppo non riusciamo a passare. Tre grossi massi ci sbarrano la strada, ma lasciano comunque intravvedere la partenza di un meandro da dove proviene l’acqua. Non siamo attrezzati con materiale da disostruzione quindi per oggi i giochi sono chiusi.

Tornado scattiamo alcune foto degli ambienti e Luca instancabile continua a riprendere.

Tornati al sifone ricompattiamo le attrezzature e ci prepariamo per il rientro. La visibilità purtroppo non è migliorata, anzi, aver camminato e strisciato nel torrente per trovare la prosecuzione durante l’esplorazione non ha fatto altro che portare nuovo sedimento. Il rientro si dimostra più complicato del previsto e alla strettoia per non mollare il filo sono costretto ad andare avanti e indietro due volte per portare di là prima il bidone e poi il sacco. Tengo una mano sul filo e con l’altra cerco di spingere il pesante bidone, ma senza visibilità devo anche cercare a tastoni il punto giusto per farlo passare. Finalmente ci riesco ma quando torno indietro per prendere il sacco non riesco più a trovarlo. Cercarlo in queste condizione sarebbe uno spreco di tempo oltre che pericoloso, così rinuncio, recupero il bidone e aspetto Luca e Nadia. Lentamente seguiamo il filo, fino alla fine del sifone. Impieghiamo diciotto minuti per superare il sifone che in condizioni normali superiamo in sei.

Una volta usciti la festa è grande, dopo cinque ore possiamo finalmente raccontare gli incredibili ambienti incontrati. Una grande soddisfazione per tutti.

Non riesco a godermi a pieno la festa per via del sacco abbandonato, ma subito mi accordo con Luca e i ragazzi del Progetto per tornare il giorno dopo a cercarlo.

Nel sacco oltre al mio materiale speleo c’è anche il rilievo e la macchina fotografica.

Così oggi, domenica 28 Febbraio 2011, con Luca siamo tornati alla grotta aiutati da Livio, Lisa, Maurizio e Valeria. Per cercare comunque di rendere utile la giornata, decidiamo di campionare i numerosi crostacei che vivono nel sifone. Tanto mentre cerchiamo il sacco troveremo sicuramente anche loro. In breve tempo troviamo sacco e animaletti e finalmente possiamo a pieno essere soddisfatti.

All’uscita siamo tutti contenti, nonostante la pioggia incessante mista a neve che ci sta accompagnando dal mattino.

Dati del rilievo alla mano, la grotta ha una uno sviluppo di 346 metri, un dislivello negativo di meno 5 metri ed uno positivo di più 18 metri. L’asse principale ha direzione 260°/270°.

La prosecuzione è evidente, ma occorre un non difficile lavoro di disostruzione.

Davide Corengia

giovedì 24 febbraio 2011

Comunicato stampa

 

Nella mattinata del 26 febbraio 2011, gli speleologi dell'Associazione "Progetto Sebino" organizzeranno l'immersione e l'esplorazione spelosubacquea di una risorgenza carsica denominata "Sorgente Milesi" e ribattezzata "La Ripiegata" dall'associazione stessa.

Si tratta di un corso d'acqua che fuoriesce dalla montagna nei pressi della frazione di Bianica, e utilizzato come acquedotto in caso di emergenza, data la purezza delle acque.

Per questo motivo è stato necessario il coinvolgimento di numerosi enti (Comune di Tavernola, Comunità montana dei Laghi Bergamaschi, Asl Bergamo, Provincia di Bergamo, Regione Lombardia, ARPA e Uniacque SPA), per l'ottenimento dei relativi permessi a procedere.

Gli speleosubacquei lombardi Luca Pedrali, Nadia Bocchi e Davide Corengia sono stati invitati appositamente in quanto specialisti del settore.

Per l'occasione l'operazione sarà supportata dalla presenza esterna della Protezione Civile di Tavernola Bergamasca.

L'interesse per questo corso d'acqua rientra nell'ambito della ricerca relativa all'esplorazione dell'Abisso Bueno Fonteno, scoperto nel comune omonimo, che raggiunge 521 metri di profondità e si sviluppa per oltre 18 km all'interno della montagna. I corsi d'acqua al suo interno sono stati oggetto di un intenso monitoraggio durato da novembre 2010 a gennaio 2011, per verificarne i percorsi e le ipotetiche fuoriuscite.

L'analisi dei captori, dopo immissione di tracciante, ha dato risultato positivo proprio ne La Ripiegata, con una distanza in linea d'aria di circa 7 km dal fondo dell'abisso. Questo significa che si ipotizza la presenza di oltre 50 km di gallerie ancora ignote.

Una prima visione del sifone della risorgenza è stata fatta tramite telecamera telecomandata, ed ha svelato circa un centinaio di metri di gallerie completamente sommerse transitabili solamente con tecniche speleosubacquee. Gli speleologi hanno potuto accertare la presenza di una grande nuova grotta, e quindi il loro intento è di continuarne l'esplorazione cercando eventuali collegamenti aerei con l'Abisso di Fonteno.

Verranno quindi trasportate attrezzature subacquee e speleologiche per proseguire con eventuali arrampicate.

Verrà effettuato un dettagliato servizio fotografico e riprese video, in vista di un nuovo documentario, oltre al rilievo topografico delle gallerie sommerse.

Grande trepidazione e attesa per questa importante impresa esplorativa, programmata già da diversi mesi.

Il Progetto Sebino (www.progettosebino.com) é un'associazione speleologica che non persegue scopi di lucro e si é costituita grazie all'unione di quattro gruppi locali: lo Speleo CAI Lovere (Bg), il G.S. Montorfano di Coccaglio (Bs), il G.S. Valle Imagna C.A.I.-S.S.I. (Bg) e lo Speleo Valtrompia di Marcheno (Bs), nel 2007.
Grazie al lavoro esplorativo di mappatura delle cavità e sorgenti compiuto sul territorio del Sebino dai 50 speleologi associati, è stato possibile raggiungere il primo importante obbiettivo del ritrovamento ed esplorazione della grotta denominata "Abisso Bueno Fonteno", che ha uno sviluppo di oltre 18 km tra cunicoli e grandi ambienti già cartografati (la più estesa in bergamasca e tra le prime 20 in Italia per lunghezza!) con un dislivello massimo di circa 521 mt. Più in generale sono state censite oltre 100 grotte nell'area del Sebino, con particolare concentrazione nei comuni di Fonteno, Vigolo, Grone, S. Fermo, Predore e Tavernola Bergamasca (Bg).

Il progetto di studio dei sistemi idrogeologici sotterranei presenti nella zona carsica del Sebino, ha trovato patrocinio in numerosi enti locali, tra cui i comuni di Fonteno, Vigolo, Villongo, Tavernola Bergamasca, Grone, la Provincia di Bergamo, la Regione Lombardia, il Museo di Scienze Naturali di Lovere, il Museo della Valcavallina, l'Universitàdegli Studi e il Museo di Scienze Naturali di Parma, la Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi, i Lions Club Valcalepio e Valcavallina, la Federazione Speleologica Lombarda, il Consorzio per la Gestione dei Laghi d'Iseo, Endine e Moro, Servizi Comunali Spa e Ubi Banca Popolare di Bergamo. Nel frattempo è sorta una collaborazione con diverse realtà universitarie per creare lavori scientifici specifici, grazie ai dati forniti in collaborazione con il Progetto Sebino: datazione delle rocce, studio della fauna sotterranea e classificazione dei minerali e fossili presenti.

L'immenso bacino idrico sotterraneo individuato, potrebbe dare luogo ad un grande complesso carsico stimato circa 100 km, quindi il più lungo della nazione, con eventuali collegamenti di gallerie tra i due laghi, quello d'Iseo e quello di Endine.

Massimo Pozzo

Presidente Progetto Sebino

martedì 15 febbraio 2011

Esplorazione 11-13/02/11

Settimana scorsa in Bueno c'é stata un'attività veramente fervida. Eravamo in molti e divisi in più squadre.

Parlo per i tre che sono entrati venerdì sera fino a domenica: Grip, Kraus ed io.

Siamo entrati venerdì sera, con una situazione idrica dell'abisso veramente ottimale. Quasi secca direi.

In poche ore siamo arrivati al campo base, e dopo una discreta mangiata e sistemata dei materiali, breve festino e nanna.

L'indomani ci siamo diretti a Collosso, diramazione imponente ancora sconosciuta a Kraus e Grip.

In poche parole, si arriva allo svincolo da dove esce il fiume di Cattive Acque a valle, e invece di scendere in forra, si sale un p.40 Qui, a metà altezza circa, già c'era un meandro da esplorare tramite pendolo, ma lo abbiamo tenuto per il ritorno.

In cima al 40, una bellissima condotta forzata discendente (oltre 100 mt) porta al primo grosso salone di Collosso, dove ci sono in alto svariate vie ancora da vedere. La zona è molto ampia, e volendo di risalite e traversi da fare ce ne sono a iosa. Per accedervi si scende un P35.

Poi si risale nuovamente per ulteriori 40 metri, finendo in una sala sospesa che si affaccia sul primo salone di Collosso: praticamente un gigantesco P40 (largo 15x10 metri, con una bella spaccatura più in basso ancora da raggiungere), che alla base porta poi al sifone Smeraldo.

L'obbiettivo nostro era di risalire, ricordando che la finestra da dove fuoriesce il fiume sconosciuto, era a circa 15 metri di altezza.

Quindi inizio la risalita, ma prendendo una via più interna, per non bagnarmi.

Man mano che salgo, e Kraus illumina, ci rendiamo conto che la risalita non è di 15 metri, e la parete sale un po' aggettante, molto più in alto.

Mi fermo a circa 30 metri di altezza (quindi a +70), senza capire ancora né da dove esce l'acqua, né quanto è alto il camino. A circa 5 metri dalla sosta, c'è comunque una condotta da esplorare.

Con qualche peripezia, riusciamo a vedere che il fiume esce da un camino parallelo a quello risalito, mentre il principale sale almeno altri 30-40 metri dalla sosta, diventando così un p100!!!!!

In alto si vedono almeno due prosecuzioni di buone dimensioni, cioè condotta con parete a volta.... Inutile dire che alla prossima volta cercheremo di arrivare in cima.

Nel ritornare,, con un pendolo Kraus raggiunge il meandro nel primo p40, percorriamo una ventina di metri camminando e ci fermiamo sotto un altro grosso P.30 con due vie buone da raggiungere in alto...

Dopo aver lavato pentole e riempito le sacche di acqua da bere, torniamo al campo e festeggiamo con una tortellinata galattica.

Alla domenica mattina, dopo un buon moccaccino, partiamo alle 9.00 circa per uscire verso le 13.30, trasportando fuori tutta la monnezza presente al campo.

Bellissimo incontrare a Ciclopico le varie squadre impegnate in traversi e esplorazioni varie.

Sottolineo ancora quanto sia "diverso" fare attività con un campo base sempre ospitale come il nostro. I vestiti in loco, sacchi a pelo ecc erano tutti asciutti, il cibo ancora valido, e soprattutto, la possibilità di dormire per poi svegliarsi e ritrovarsi già a -450, freschi per esplorare, permette di muoversi con una freschezza ben diversa da quella di una tirata di 20-25 ore.

Da fare a tutti i costi...

massimo

lunedì 7 febbraio 2011

Post campo Grip

 

Finalmente dopo una settimana riesco a trovare un attimo di tempo per descrivere con parole mie la bellissima esperienza di settimana scorsa.

Piccola premessa sul campo base: esattamente come immaginavo già da tempo, è stata semplicemente un'idea grandiosa, e mi riferisco ovviamente anche agli sviluppi futuri...quanto dice Max è stravero, in tenda si sta comodi, la temperatura è ottimale, il luogo davvero suggestivo e quantomai ideale...la sensazione di mettersi comodi a -430 è strepitosa, appendere la roba ad "asciugare" (si fa per dire) e poi andare a nanna dopo un pasto caldo è semplicemente una goduria, con la prospettiva dell'indomani esplorativo poi...bellissimo. Senza contare che non è detto che l'organizzazione del campo base non possa anche migliorare: siamo solo all'inizio.

Io personalmente al campo non vedo l'ora di tornarci, se non è settimana prossima al massimo quella successiva io ci DEVO andare!!! Altro che UN campo al mese: FACCIAMONE DUE!!! SPETTACOLO !!!

Ciò detto, il finesettimana scorso è stato splendido, durante la settimana non ho pensato praticamente ad altro, a quanto mi sono divertito e alla sensazione di "benessere morale" che ho provato in quelle 50 ore. Sarei stato lì altri 3 giorni come minimo, ad aver potuto!

Devo sinceramente ringraziare e complimentarmi con tutti coloro i quali hanno reso possibile tutto ciò, in particolare:

(1) Ovviamente GRAZIE alle "menti" Max / Kraus che come di consueto instacabilmente si sono prodigati affinchè tutto funzionasse al meglio

(2) COMPLIMENTI VIVISSIMI E STRAGRAZIE a Massimo Brega che, onestamente, mi ha conquistato per la passione, l'impegno, l'umiltà, la professionalità che ci ha messo per svolgere il servizio fotografico che -non ne dubito- sarà un capolavoro (anzi non vedo l'ora di potermi gustare le immagini...), oltrechè per la sua simpatia...troppo un grande!!!

(3) GRAZIE ai vari Livio, Edo, Giampi, Conte, ecc. che nel corso di questo finesettimana ed in quello precedente, pur non avendo "goduto" del campo base, si sono messi a disposizione del Progetto per far sì che tutto potesse realizzarsi trasportando anche loro un discreto numero di sacche che...altrimenti avremmo dovuto portare noi, e non so se ce l'avremmo fatta! Sono stati fondamentali.

(4) COMPLIMENTI VIVISSIMI E STRAGRAZIE ANCHE A LUCA e  DAVIDE che sono  riusciti, nonostante tutto (il ritardo degli altri, la stanchezza, l'acqua torbida, ecc. ecc.), ad effettuare l'immersione che ci ha lasciato con il fiato sospeso...sempre emozionante, a prescindere dal fatto che sia "riuscita" solo a metà...LUCA,ti sei dimostrato veramente coriaceo, altro che balle, coraggioso e professionalissimo...troppo un grande, la sua immensità è pari solo al suo russare!!!    ; )   (Spettacolare la scena di quando sei riemerso e mentre ci raccontavi i dettagli avevi i macigni di Kraus come piombi attaccati all'imbrago...)

(5) UN PLAUSO PARTICOLARE VA AL GENTILISSIMO CORRADO, conosciuto come "L'uomo che viziava gli Speleo"...davvero grazie per averci servito e riverito, dall'inizio alla fine, dal caffè, ai tortellini, alla tua pasta...per non parlare delle tue pastasciutte a Xino pre-ingresso...è due settimane che davvero non ci fai mancare nulla, hai proprio lo spirito da "Protezione Civile" (cosa ci sia di "civile" negli speleo però non si sa...ihihih)

Ci vediamo al "Camping Collosso" !!!

Grip

Considerazioni post campo

 

Ieri sera tornavo lungo la strada che costeggia il lago, a 20 all'ora, sperando che la bellissima esperienza non finisse...

Devo ringraziare tutti, assenti e presenti, per il grande impegno richiesto a realizzare ciò che abbiamo fatto.

Il primo campo rimarrà sicuramente una pietra miliare nella nostra storia. Tutto è andato benissimo, l'organizzazione è stata impeccabile, a al campo si stava benissimo: non abbiamo dimenticato nulla a parte le ciabatte (mitico Grip che le aveva!!!).

La cosa più importante era raggiungere l'obbiettivo prefissato: vivere un campo in Bueno... totalmente secondario il risultato.

Comunque siamo riusciti a fare il servizio fotografico (che curiosità di vedere le fotazze di Massimo) e l'immersione. La notte del venerdì abbiamo dovuto sistemare armi vari e allestire il campo, quindi si è reso impossibile fare risalite. Abbiamo comunque visionato il camino a 5 minuti dal campo (Megasnake), e va su terribilmente grosso con molta aria. Nella via per Collosso, già sono saltate fuori novità verso l'alto.

Si pensava di puntare al sifone di Salsa Rosa la prossima volta.

In ogni caso credo che i presenti abbiano potuto toccare con mano che fare un campo è molto meglio che un week end con 25 ore di punta. Non è per nulla scomodo è il nostro si trova in una posizione veramente ottimale e totalmente asciutta. Nelle tende si dormiva al caldo, e anche fuori, in sottotuta si stava bene. Al risveglio, le tute e i calzari non erano da brivido: bastava muoversi un po'.

I due sub sono stati grandi, perchè si sono immersi in condizioni assolutamente estreme: pochi comunque lo avrebbero fatto.

Ora non ci resta che proseguire. Sarebbe bello farne spesso... "un campo al mese"?

massimo