History Progetto Sebino

 

Hystory Progetto Sebino ( 2006 - 2008 )

Area di studio

L'area carsica oggetto dello studio si estende tra la Val Cavallina e la costa bergamasca del Lago di Iseo.
Un territorio di circa 90 Km2, che si sviluppa all'interno dei comuni di:
Fonteno, Parzanica,Vigolo, Tavernola, Riva di Solto, Predore, Viadanica, Adrara e Grone.
Sopra viene riportato un estratto della carta geologica della Provincia di Bergamo, in cui si mette in evidenza l'estensione dell'area carsica interessata dagli studi.


La scelta della zona di studio si è basata precedentemente sull'analisi a tavolino dei fenomeni carsici conosciuti e successivamente sull'osservazione in campo dei seguenti elementi:

• formazioni geologiche tipiche per lo sviluppo di sistemi carsici;
• morfologia superficiale con presenza di fenomeni epicarsici particolari;
• limitata presenza di corsi d’acqua superficiali permanenti;
• presenza di sorgenti alla base del massiccio con notevoli variazioni della portata;
• assenza di studi scientifici sull’idrologia ipogea.


Informazioni generali

Il lago d'Iseo o Sebino è un bacino lacustre dell' Italia settentrionale, situato in Lombardia.
Ha come principale immissario ed emissario il fiume Oglio. Ha una superficie di 65,3 km2 e una profondità massima di 251 metri è situato a 180 m di quota nelle prealpi, posto in fondo alla Val Camonica, si incunea tra le province di Bergamo e di Brescia ed ospita la più grande isola lacustre dell'Europa centro-meridionale, Monte Isola coronata a nord e a sud da due isolotti Loreto e San Paolo.
In un ampio catino allungato di circa 33,694 chilometri quadrati è invece adagiato il Lago d'Endine, interrotto ad est dalla pianura di Piangaiano e ad ovest, dal primo tratto del fiume Cherio. La profondità non supera i 20 metri e si origina da sorgenti sotterranee sconosciute, poste sotto il livello dell’acqua
L’area all’interno dei due laghi è costituita prevelentemente da calcari di origine triassica e giurassica, che possono dare luogo facilmente a fenomeni di diffuso carsismo.
La serie stratigrafica delle formazioni interessate nell’area comprende le seguenti unità, descritte a partire dal basso stratigrafico:
• Calcare di Zu (Retico) - calcari marnosi poco carsificabili
• Dolomia a Conchodon (Retico) - calcare molto carsificato a stratificazione massiva o indistinta
• Calcare di Sedrina (Lias) - calcare scuro a stratificazione sottile molto regolare con rari noduli di selce e molto carsificabile.
• Calcare di Moltrasio (Lias) - calcare selcifero, spesso marnoso, molto carsificato.
I rilievi montuosi più elevati sono il Monte Bronzone (1334 m), il Monte Torrezzo (1378 m), il Monte Pendola (1126m), il Monte Boario (1239 m), Il Monte Gremalto (1320 m) e il Monte Ballerino (1275 m).


Introduzione speleologica


La Zona del Sebino è stata oggetto di sporadiche ricerche speleologiche nei decenni passati e, nel tempo, sottovalutata e bistrattata un po’ da tutti i gruppi speleologici: forse perché i modesti rilievi montuosi non garantiscono dislivelli da record, e forse perché la Lombardia è ricca di aree carsiche con prospettive esplorative allettanti.
Nell’area del Sebino, la presenza prevalente di territorio boschivo, di ricopertura quaternaria e di vegetazione molto fitta, mettono in difficoltà lo speleologo a reperire ingressi, soprattutto nelle stagioni calde in cui l’area e diventa poco penetrabile…
Questi, tra i vari motivi che potrebbero indurre a orientarsi verso altre zone.
La consulta catastale, riporta che nel trentennio a seguire il 1940 furono esplorate circa una ventinandi cavità di modesto sviluppo.
Successivamente, e fino ai giorni nostri, ancora una ventina di grotte, e, fatta eccezione per la Lacca del Berù (LoBg 3532) che tocca un dislivello di 231 metri e 435 metri di sviluppo, nessun’altra supera i 100 di profondità, né i 200 di sviluppo.


Prologo

Nel 2003 il G.S. Valle Imagna Cai-Ssi, su segnalazione di un amico geologo, visita e scende due cavità verticali di qualche decina di metri, situate nei pressi di un noto agriturismo nella valle di Fonteno. Alcuni soci, residenti proprio nelle vicinanze del Lago d’Iseo convinti del potenziale carsico, insistono sul dedicare attenzioni più approfondite a tutta l’area, ma la fervida attività del gruppo è ancora rivolta a esplorazioni importanti in altre aree carsiche lombarde.
Tutto viene quindi rimandato.
Nell’inverno a cavallo tra il 2005 ed il 2006, il G.S. Valle Imagna inizia la rivisita e la nuova topografia di tutte le cavità censite a catasto nei comuni di Fonteno, Vigolo, Parzanica, Adrara, Predore e Colli di San Fermo. In concomitanza, vengono trovate circa una decina di grotte nuove, principalmente nelle valli di Fonteno e Vigolo.
La comunicazione delle novità tramite internet e l’utilizzo della lista “Speleologia Lombarda”, dà inizio ad uno scambio di informazioni con altri speleologi regionali. Gli amici del G.S. Montorfano interessati all’epoca al M. Menna, ma molto vicini “geograficamente” al Sebino, ricevono segnalazioni di cavità in zona, informando di un loro probabile interessamento.
Nel frattempo vengono individuate numerose sorgenti che riversano le acque nel lago, e alcune di queste con portate considerevoli: viene così delimitata un’area carsica di circa 90 km quadrati, situata tra il Lago d’Iseo ed il Lago di Endine, e compresa in un ipotetico cerchio di 12 km di diametro.
La discesa della Laca del Rochel (LoBg1109), una verticale di circa 70 metri situata nei boschi del comune di Fonteno, dimostra che esistono “porte” di accesso all’interno della montagna.

Progetto Sebino: cronologia

Anno 2006: Abisso Bueno Fonteno

La grossa mole di lavoro in prospettiva di una seria campagna di ricerca esplorativa viene nuovamente comunicata ai gruppi speleologici lombardi, e in data 27 aprile 2006, si svolge una riunione informale presso la sede del G.S. Montorfano Cai a Coccaglio. Per l’occasione vengono invitati anche i gruppi di Lovere (Bg) e della Valtrompia (Bs).
Lo scambio reciproco di dati ed informazioni, non può che sfociare nell’intenzione di dare vita ad un progetto di ricerca in comune, al quale tutti i presenti aderiscono: il G.S. Valle Imagna Cai-Ssi, il G.S. Montorfano Cai Coccaglio, lo Speleo Valtrompia e lo Speleo Cai Lovere.
Il mese di maggio 2006, diventa decisivo per tutto l’evolversi. Durante ricerche in esterno, a bassa quota (770 m), soci dello Speleo Cai Lovere scoprono l’ingresso di quello che diventerà l’Abisso Bueno Fonteno. Sarà la giusta miccia per far esplodere il progetto e i suoi esploratori: già oltre un chilometro e mezzo di rilevato dopo tre domeniche, in ambienti veramente vasti e inusuali per il territorio bergamasco, è la conferma dell’esistenza di tutto quello che si era ipotizzato.
Gli esploratori si rendono subito conto dell’importanza storica del ritrovamento, vista la grande distanza (in linea d’aria ed in qualsiasi direzione), con le ipotetiche risorgenze delle acque.
Il Progetto nasce in questo momento: sull’intenzione di condurre uno studio speleologico del grande sistema carsico appena individuato, seguendo una seria metodologia di ricerca.
L’idea riceve immediatamente il sostegno e l’interessamento del Museo Civico di Scienze Naturali di Lovere (Bg), rappresentato dal Dott. Aldo Avogadri.
I gruppi aderenti immediatamente istituiscono un regolamento interno, e procedono impostando delle linee generali sulla conduzione delle ricerche.
L’avvicinarsi dell’estate e di un clima “torrido”, rende fastidiosa la ricerca in esterno, quindi l’attenzione è rivolta maggiormente a Bueno Fonteno, che in pochi mesi raggiunge l’incredibile sviluppo di otto chilometri, con diramazioni aperte in ogni direzione. In questo periodo viene esplorata la via che dall’ingresso conduce al fondo di –451 metri, terminante nel profondo Sifone Smeraldo, il quale riceve acque anche da un altro ignoto corso d’acqua. Durante il tragitto vengono scoperti saloni di dimensioni spropositate: Fonteno Beach, Ciclopico e Mastodont (con altezze che superano i cento metri), un tratto completamente fossile e tutto il resto percorso da diversi corsi d’acqua che confluiscono man mano si scende. Il sifone Smeraldo non verrà superato, ma percorrendo il fiume che proviene dall’amonte (L’Apoteosi), si scoprono grosse gallerie di origine freatica, che ricevono a loro volta altre acque da tre imponenti diramazioni. Nell’autunno 2006, il Progetto viene presentato all’assemblea annuale dell’Ente Regionale Speleologico Lombardo (Morterone 24/09/2006), con richiesta di patrocinio.
Nel frattempo si terminano le prime riprese video, grazie all’aiuto offertoci dal G.S. Valceresio (Va), in modo da poter presentare la scoperta al ritrovo annuale internazionale di Casola 2006, e ai comuni compresi nell’area carsica interessata.

Anno 2007

All’inizio dell’anno, l’Ente Regionale Speleologico Lombardo, concede il proprio patrocinio al progetto.
L’inverno 2006-2007 è caratterizzato da un’esplosione esplorativa a “tre dimensioni”, e si scopre risalendo verso l’alto, l’importante nodo di “Terre di Mezzo”, da cui si dipartono numerose vie che proseguono verso l’interno del massiccio e che potrebbero direzionarsi verso la vetta maggiore dell’area, quella del Monte Torrezzo (1378 m. slm). L’abisso ricopre un’estensione di 1300 metri quadrati… e non è poco…
Verso il basso invece, due importanti diramazioni con corsi d’acqua perenni e molto attivi, superano nuovamente i 400 metri di profondità: l’impegnativo ramo di “Fangul” tocca i –463 metri e termina su sifone (maggior dislivello), e “Hydrospeed” si ferma a –440 metri, in enormi gallerie allagate, ancora da percorrere.
Il Progetto Sebino, visto l’interesse crescente da parte dei vari enti locali, decide di darsi un’identità ben precisa nell’approfondire le tematiche necessarie a condurre lo studio idrogeologico del sistema carsico. L’esigenza di contributi economici è fondamentale per l’acquisto di materiali speleologici indispensabili per il prosieguo delle ricerche, così come l’attrezzatura per effettuare documentari specifici.
Viene costituita un’associazione di promozione sociale senza scopo di lucro, con atto costitutivo del 10 ottobre 2007, con le seguenti cariche: Massimo Pozzo (Presidente); Claudio Forcella (Vicepresidente); Matteo Spisani, Devis Magri e Livio Palamidese (Consiglieri).
L’obiettivo del Progetto Sebino è lo "Studio idrogeologico e speleologico del sistema carsico", con particolare riguardo alla:
• individuazione delle disponibilità idriche ipogee per un eventuale utilizzo;
• valutazione dell’impatto antropico sul sistema idrico;
• tutela e salvaguardia dell’area carsica in esame
L’attività di ricerca continua anche in tutta l’area sebina e vengono ritrovate numerose cavità, circa una trentina, nei dintorni dell’ingresso di Bueno Fonteno, ma anche nel settore del comune di Vigolo. Importantissimo è il “Bus del Zio”, situato sul versante sud della Cargadura (spartiacque esterno), ma sulla linea ipotetica di scorrimento della falda acquifera (Fonteno- avernola) e quindi probabilmente collegato idrologicamente con le acque oltresifone di Bueno Fonteno. Anche “Macignopoli” supera i 130 metri di sviluppo, e sembra molto vicino ad una giunzione con Bueno Fonteno.
In parallelo, prosegue la revisione e l’aggiornamento catastale di tutte le cavità presenti nell’area, con nuova topografia interna e posizionamento tramite Gps.
All’interno di alcune cavità, e soprattutto in Bueno Fonteno, si effettuano raccolte di fauna troglobia attestando che la fauna ivi presente sia molto ricca e ancora incontaminata: sono presenti molti microambienti che costituiscono habitat idoneo per numerose specie diverse e in alcuni casi è possibile pensare che si possano trovare anche specie nuove per la scienza.
La presentazione continua del Progetto, sotto forma di serate divulgative al pubblico, richiama l’attenzione della popolazione e quindi anche degli enti locali, ne accresce la credibilità e quindi l’utilità anche sociale degli scopi dello stesso, a cui viene riconosciuto un piano di bilancio spese, sostenute e patrocinate da: Provincia di Bergamo, Comunità Montana Alto Sebino e Comunità Montana Monte Bronzone-Basso Sebino, Comune di Fonteno, Vigolo e Tavernola.

Anno 2008

L’inverno 2007-2008, è teatro di numerose risalite in artificiale, dal momento che le vie acquatiche sono proseguibili esclusivamente tramite immersioni subacquee, soprattutto nelle diramazioni del fondo. Un’importante regione sotterranea è quella di “Megasnake”, che non si sa ancora se provenga dal misterioso Monte Pendola (1126 m slm) o dal Monte Boario (1239 m slm), e poi “Cattive Acque”, che ritorna verso il cuore dell’abisso: le loro acque si riversano dopo la “Straforra”, nel sifone Smeraldo.
Nel tentativo di trovare un passaggio alto che lo superi, viene percorso sempre in risalita partendo da -450 un altro enorme ramo denominato “Carrigo”, riversa un abbondante corso d’acqua nella galleria dell’Apoteosi. La sua importanza è strategica perché è situato nell’amonte del sifone e quindi punta l’interno della Cargadura, ma a +170 si è femi sotto una cascata di 40 metri…inviolata e con ambienti di notevolissime dimensioni.
I rapporti con gli enti locali sono rafforzati da un continuo aggiornamento e scambio di informazioni, e il sostegno non tarda a dare risultati per il consolidamento del Progetto: lavori di miglioria vengono apportati nei sentieri di avvicinamento, che vengono messi in sicurezza anche per la popolazione locale, spesso in visita all’ingresso dell’abisso. Si procede alla produzione di un nuovo filmato, e vengono poste le basi per una immediata rivalutazione di tutto l’ambiente circostante. In collaborazione con il dott. Bini del Dipartimento Scienze della Terra, Università di Milano, si da’ inizio alla raccolta e campionamento dei calcari presenti lungo tutto il dislivello ricoperto da Bueno Fonteno, e nell’intento di effettuare un tracciamento delle acque, inizia la ricerca subacquea nel Lago d’Iseo, individuando sorgenti a 40 metri di profondità.
Bueno Fonteno si avvicina vertiginosamente ai quindici chilometri di sviluppo, e continua a non dare segno di fermarsi, confermandosi al momento come la più lunga grotta della bergamasca, e ai primi posti tra quelle lombarde.

    LA STORIA DELLA SCOPERTA DELL’ABISSO BUENO FONTENO

 L’ANTEFATTO”

Durante una battuta alla ricerca di grotte organizzata dallo Speleo CAI Lovere il 15 agosto 2005, gli speleologi Federico Vezzoli, Maurizio Finazzi e Adriano Poletti percorrendo la valle di Fonteno alla ricerca di cavità, dopo aver osservato vari buchi rivelatisi poco interessanti, una volta giunti all’altezza dell’attuale ingresso di Bueno, percepiscono una forte corrente di aria fredda uscire tra i sassi posti ai piedi della parete a ridosso dell’ alveo della valle.

La giornata è ormai tarda e non vale la pena di iniziare altri scavi che richiederebbero troppo tempo. Tornati in sede al CAI Lovere, come da prassi i nostri speleo scrivono la relazione nr. 31 sull’uscita esplorativa effettuata, specificando tra le varie cose il buco “soffiante” scoperto su cui bisognerà tornare per le opportune verifiche del caso.


PROGETTO SEBINO STA PER NASCERE”

Passa circa un anno e nel frattempo sta per nascere l’Associazione Progetto Sebino, si fanno riunioni tra i futuri gruppi fondatori ma al di là della formalità sulla costituzione “fiscale” dell’associazione, gli speleologi dei 4 gruppi entusiasti del progetto proposto dal futuro presidente Massimo Pozzo, decidono di partire subito con delle ricerche sul territorio sebino.

Gli speleologi Maurizio Aresi e Devis Magri (Gruppo speleo Valle Imagna e Gruppo Speleo C.A.I. Lovere) decidono di andare a vedere a Fonteno, sabato 15 maggio 2006 il buco soffiante descritto nella relazione presso lo Speleo C.A.I. Lovere. Una una volta giunti sul posto dopo aver indagato meglio la fessura soffiante, confermano l’importanza della segnalazione per impostare un vero e proprio scavo, decidendo quindi di ritornarvi la domenica successiva armati di tutta l’attrezzatura necessaria e con il coinvolgimento di altri speleo dei gruppi di Progetto Sebino.

LA GRANDE SCOPERTA”

Domenica 21.5.2006 gli speleologi Massimo Pozzo, Devis Magri, Maurizio Aresi e Claudio Forcella partono quindi alla volta della Valle di Fonteno con l’ambizioso obbiettivo di aprire l’ingresso della nuova grotta. Subito dopo aver raggiunto il posto Maurizio Aresi comincia per primo ad accanirsi con leverino e mazza su un grosso masso che occlude la fessura soffiante, oramai allargata; dopo circa 15 minuti il macigno viene distrutto e dopo aver spostato i pezzi, si apre una buca rettangolare alta circa 40 cm; quindi entra per primo Massimo Pozzo, iniziando un passamano con le pietre che occludono il resto della cavità. Dopo pochi minuti tutti i nostri speleo entrano agevolmente con Maurizio Aresi e Devis Magri in testa che hanno il compito di esplorare il ramo sgombro di pietre che va verso destra, mentre subito dietro di loro gli speleo Massimo Pozzo e Claudio Forcella si occupano di cartografare e misurare la nuova grotta facendone un primo rilievo.


Lavori di disostruzione - Prima esplorazione                                                         Foto: Max Pozzo

L’euforia è massima e l’uscita dei nostri avviene in tarda notte con un bilancio eccezionale per la prima giornata di esplorazione, con ben 600 mt di rilievo eseguito, un vero trionfo considerando le misure a cui sono abituati normalmente gli speleo quando esplorano in una uscita “fortunata” una nuova grotta. Lo speleo Devis Magri durante l’esplorazione del ramo appena scoperto, mentre prosegue al suo interno continua ad urlare “Bueno, Bueno!!”poiché la grotta non si ferma ma prosegue. Una volta usciti viene quasi automatico ai nostri primi esploratori, decidere di battezzare la grotta “Bueno Fonteno”.

Il 10 ottobre 2007 nasce ufficialmente Progetto Sebino, ma gli speleo dei 4 gruppi oramai da molti mesi esplorano insieme il nuovo complesso carsico, accomunati dall’ entusiasmo per le continue scoperte che l’area del Sebino gli riserva nelle uscite esplorative settimanali”

Speleo CAI Lovere