venerdì 26 agosto 2016

Campo Base - Ramo Trondiddio

 20----25 Agosto 2016


Relaziono sulla conclusione del campo interno di 5 giorni con obiettivo: la discesa del pozzo situato nel ramo sopra il P170 Vedonero (Carrigo). 

Partecipanti: Max, Nicola, Monia. 

Sabato 20

Si doveva entrare nel primo pomeriggio, ma le diverse ore di diluvio persistente, ci hanno fatto ritardare di parecchie ore. Tant'è vero che pensavamo di rimandare al giorno dopo se avesse continuato con quel regime. Entriamo verso le 23 quindi con ancora un po' di pioggerella incombente e con 6 sacchi belli (tre "tonni" e tre normali). 

Dentro la situazione è pessima: fiumi molto agitati e quindi programma che slitta inesorabilmente di almeno due giorni. All'andata facciamo qualche prova con una Go Pro Hero 4 in prestito e Nicola scatta alcune foto. Ma ci si bagna abbastanza. 

Prima del Fossile, buttiamo un po' di fluoresceina per verificare se Salsa Rosa darà esiti positivi nei giorni prossimi. E facciamo le riprese video. Poi con calma arriviamo al campo base e rassettiamo tutti i materiali.

Rimaniamo in attesa di cambiamenti sui regimi interni per i primi due giorni facendo pura vita da campo e sistemando la miriade di vecchi materiali che non vogliono più funzionare (lampade, fornelletti, ecc.).

Martedì finalmente la situazione migliora, e partiamo per la punta prefissata (che durerà 22 ore). 

Ancora una volta, come in passato, l'ondata di piena ci frega, e la fluoresceina é passata per bene fino al sifone Smeraldo, che però è bello verde. E comunque da Salsa Rosa vediamo ancora riflessi verdognoli nelle vasche, ma non mi convincono del tutto... ci toccherà riprovare ancora. 

Il fiume in arrivo da monte ha un bel tiraggio, e la cosa non é di buon auspicio per la risalita che ci aspetta. 

 A Carrigo infatti le acque non sono calate molto, e quindi la situazione diventa nuovamente bagnata e ventosa, soprattutto sui pozzi in risalita. Inoltre alla base del P170 ci aspetta la corda da 200 da portare su, e non abbiamo nemmeno potuto visionare gli armi le settimane scorse (fino lì però è riarmato a nuovo).  Ricordavo bene l'armo del primo P50, ed ero certo che fosse tutto ok. Così sale Nicola, e chiaramente a +40 trova dopo un frazionamento, la corda tranciata di netto che penzola a distanza nel vuoto. Primo grosso problema: se lì é così, cosa sarà più su? Andiamo avanti o si rinuncia? 

Nicola riesce a giuntare i tronconi. Con una momentanea agitazione generale, portiamo su 20 metri di corda che sistemeremo poi a ritorno. E proseguiamo un po' tesi. Il saltino bagnato e arrampicabile di 7 metri successivo, ha la corda ben lesionata in tre punti. Olèèè! Ma che bello. 

Alla base del tiro da 120 metri, ciò che avevamo lasciato in loco è a brandelli. Segno che ci sono stati diversi finimondi in questi anni. E dall'alto anche oggi arriva parecchia acqua. Il luogo é tenebroso, immenso e perciò più inquietante se lo stato degli armi è incerto verso l'alto.  Il riarmo del pozzone risale a marzo 2012 e in effetti qualche piena c'è stata di sicuro in 4 anni. Con gli impianti e i faretti controlliamo dal basso e verifichiamo fino a decidere che si può tentare la salita.

E andiamo su.  Dopo i primi 30 metri, alla seconda base, quella più enorme, un altro traverso é completamente tranciato. Ancora Nicola riesce ad arrampicare un po', e a collegare una corda (che troviamo lì) alla prima grande sosta in parete, quella sotto al tetto. Saliamo quasi cercando di non fare peso sulle corde. Gli armi sembrano a posto. 

Al traverso sospeso sui 100 metri, sicuramente ognuno ha detto la propria preghiera personale... i ricordi di quel posto non mi si erano assolutamente sbiaditi. Quel traverso é notevole, pensando all'enorme vuoto in basso, e ... alle enormi piastre incollate in alto... Comunque alla fine siamo in cima. Direi già soddisfatti di aver superato la tensione dell'incubo corde lesionate. Il percorso ha bisogno sicuramente di qualche ritocco, ma ha resistito bene, e i vari danni sono in luoghi comunque riparabili. 

Percorriamo tutto il meandro del ramo superiore, riguardando varie cose e raccogliendo un sacco di materiali lasciati in loco nel 2012, che appesantiranno il nostro ritorno. Poi all'estremo a monte, confondo un cunicolo intasato da frana, con quello che avremmo dovuto trovare, e perdiamo tempo in fessure impraticabili... aumentando l'infangatura. 

Torniamo un po'indietro e finalmente la nostra gallerietta freatico- infangata verso ilpozzo da scendere si para davanti. In breve siamo sopra il baratro che si pensava fosse oltre i 150 metri. Il lancio del sasso stavolta lo ridimensiona e contiamo 4 - 5 secondi. Ma rimane comunque una bella bestia! Risistemiamo il traverso esposto e iniziamo a pensare all'armo.  C'è aria e acqua in 'sto posto, e siamo comunque bagnati. Peccato perché il freddo é una componente che rompe abbastanza in certi posti.

Purtroppo nemmeno la roccia ci viene incontro. Cartone puro, misto a concrezioni, fango e noduli di selce. Praticamente é come se fossimo risaliti fino a Ciclopico e le pareti infangate e molli sono quasi identiche. Ci tocca ad armare una bestia del genere mettendo i chiodi su concrezione... Sembra che non ce ne debba andare bene una a questo giro, e il posto oltretutto è abbastanza "in culo ai lupi". .. A"Trondiddio", direbbe un qualsiasi ligure. E così prende piede l'origine del nome. 

Sistemo i primi chiodi e poi Nicola si sente di scendere per primo. L'unico punto valido però per scendere é proprio sotto lo scolo del meandro Croste di Grana.  E quindi si gode il suo primo bel pozzone sotto una doccia lavante che toccherà poi a tutti...  L'armo è ripreso con la Go Pro, e rende l'idea del posto. Bello perché enorme e nero, ma bruttino perché marcio.  Sotto, molto più sotto, si vede che scampana parecchio, e la base é grossa e rotonda.

Foto:Nicola Belotti


Dopo 7 metri la corda tocca, e risolviamo con un bel coniglione tra le due pareti, e poi un tiro da 60 unico fino in fondo, dove la sala ha misure di 15x15, e al centro presenta una specie di enorme trono... Un trono! Allora é proprio Trondiddio! 

Verso il basso sembra partire un bel forrone con tre bei salti ampi, e scendiamo un dislivello totale di 120 metri. A questo punto un meandro (2,5x1m) prosegue per 60 metri fino ad un cunicolo fangoso, stretto e schifoso, con le pozzettine di acqua e melmetta... Ci andremmo, ma solo se ci fosse la bora che fischia. Ma non c'è, e quindi: Fine. Trondiddio finisce qua. 

Proiezione 3D zone di fondo Abisso Bueno Fonteno

Si rileva e si disarma, con lo spettro di riportare la 200 e tutta la ferraglia nuovamente al campo. Il rientro é un viaggio nuovamente ricco di emozioni, a vedere gli altri sopra o sotto come delle lucinepiiiiiccolissime e lontane su un vero e proprio muro nero. 

Torniamo al campo 22 ore dopo, che é mercoledì pomeriggio. Il tempo di sistemare le cose per la partenza del giorno dopo e andare a riposare. 

Giovedì, i tempi si allungano sul rassetto e in uscita portiamo comunque un bel po' di materiali. Avevamo appuntamento alle 20 sopra Fonteno Beach con Kraus, che però non resiste e scende fino a dopo il Fossile, dove lo incontro e per premio si ritrova un sacco fino all'uscita... Bella sorpresa però. 

Un po' tutti abbiamo problemi con i bloccanti in risalita, perché le corde ora sono più usate.  E pian piano usciamo verso le 21.30, con Yanni all'ingresso che ci accoglie con Camilla(cane), cous-cous, mirtilli e birra. Spettacolo!! 

Che dire. A livello esplorativo, peccato per i "pochi" metri rilevati, meno di 200, per un percorso così lungo e abbastanza impegnativo nella sua organizzazione. Quest'inverno però, in condizioni idriche migliori, si potrà insistere su diverse prosecuzioni lassù, perché ne vale la pena, e quindi di buono é che ci si può ancora arrivare anche con permanenze di un campo entrando al venerdì sera e uscendo alla domenica sera. Se non altro a livello grafico ora la sezione del rilievo è un po' più definita: al posto di quella fredda riga ipotetica verticale, ora c'è un ramo con la sua forma. 

Il campo base per ora é funzionante e abbastanza ripulito e riassestato, ma bisognerà rinnovare il settore "bagni".Scenderemo ancora a breve a prendere materiali, corda e moschi e spazzatura. 

Cinque giorni di permanenza in grotta sono comunque un bel viaggio, e fare una punta sopra Vedonero pure. Bello come sempre, anche se fradici fino alla mutanda. 

Max  

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.