mercoledì 15 giugno 2011

La Voce (10-12 May, 2011)

 

L'ho sentita borbottare, è così che ci ha accolti.

Lei mugugna qualcosa di incomprensibile ad orecchie poco "sensibili", poi mi fermo, decisa ad ascoltarla, ad imparare questa nuova lingua, solo allora comprendo: Lei mi sta dicendo che è Viva, che Respira a pieni polmoni. Percorriamo la Forra con la Sua Voce che scorre salto dopo salto acquisendo sempre più forza..La sensazione è netta: siamo nella sua gola, ci camminiamo dentro e con i nostri passi urtiamo le sue corde vocali..e forse la sua sensibilità.

La Sua Voce può accoglierti come la più placida delle donne, un fluire continuo di parole sussurrate, o schiaffeggiarti al mutare della luna; il Suo Tono ti fa capire quanto sia pronta ad accoglierti o respingerti..

E' stata clemente, Massimo ed io arriviamo al campo tranquilli, accompagnati dal Suo parlottare che diventa un fragore sui pozzi più alti. Impagabile il sonno nella Liquida Grotta.

Questa volta è un campo "molle", rilassato; dormiamo molto ed il progetto per il sabato è una "spolverata" ad Autocombustione.

Arriviamo all'ingresso della condotta e abbandoniamo gli attrezzi assieme al kasko (almeno io) : troppo ingombranti. Massimo le lavora i fianchi, con un lavoro che gli spezza le spalle allarga l'ingresso che da Hotel a due stelle si trasforma in un cinque da Guida Michelin. Senza parole. IMG_2836

Io, invece, mi incaponisco nel percorrerla in lunghezza; striscio, scavo, sposto facilmente fango asciutto prima lateralmente e poi davanti a me. La condotta "tira" a sinistra, leggermente in salita (dritto, dolcemente a sinistra, dritto, nettamente a sinistra). Spolvero circa una cinquantina di metri, perdendo Massimo dopo un pò: niente rumori di sforzi da smottamento, niente odore di ammorbidente (fino a qualche anno fa i miei occhi mi toglievano il piacere di vedere chiaramente, obbligandomi ad acuire udito ed olfatto).

Sono sola in una condotta dove, a tratti, la distanza tra soffitto e pavimento è giusto-giusto la lunghezza di una paletta da scavo, come quella da giardinieri, tanto per intenderci.

Paura? Nessuna. Voglia di proseguire? In-go-ver-na-bi-le!

Guadagno metri "mangiando" terra, ogni tanto do uno sbircio in là e cosa accade? Lei mi illude, mi prende in giro! Così capisco che in grotta devo imparare a calcolare le distanze, i giochi d'ombra...ingannevoli. Mi fermo quando, dopo aver "visto" il soffitto alzarsi e i fianchi "allargarsi", realizzo che in realtà ad un paio di metri ho uno slargo che gira nuovamente a sinistra...Decido, dolorosamente, di concludere per il momento la mia battuta esplorativa: i circa due metri che mi separano dalla curva richiedono un bel pò di sforzi e, ormai, sono trascorse alcune ore dall'inizio dei lavori.

L'interruzione in fase esplorativa è una mano che stringe lo stomaco, la "spinta" a continuare, ad andare ancora più in là è esattamente come la parola "ingovernabile": salda, netta, tonda sulla seconda sillaba...Esatto! ora che l'hai "pronunciata" anche tu ne senti la pienezza.

Autocombustione rimane in sospeso e, ancora per poco, rimarrà intimamente mia.

Usciamo, sempre mollemente, la domenica sera e, arrivati alla macchina, siamo già in fermento per il weekend successivo. La voglia di stare dentro è indomabile e noi non opponiamo alcuna resistenza.

Si accennava alla bellezza del vivere potendo scegliere..la consapevolezza di avere questo lusso non andrebbe, mai, dimenticata.

Ho sentito la Grotta Respirare e l'ho vista Vivere divorando letteralmente se stessa dall'interno.

Laura@

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