domenica 4 giugno 2017

REPORT USCITA DEL 4 GIUGNO 2017 - Sant'Antonio di Grone

 

Partecipanti: Vezzoli Federico, Greppi Maurizio


Come previsto nel ponte del 2 giugno io e Vez siamo riusciti a ritagliarci uno spazio per fare un pò di sana attività speleo. Per impegni vari, ci è risultato impossibile nelle giornate di venerdi 2 giugno e sabato 3, e quindi rimaneva solo domenica...con previsioni meteo sicuramente non ottimali.

Avrebbe potuto avere la meglio la pigrizia quando domenica mattina al risveglio il tempo si è confermato pessimo: tuttavia decidiamo di rilanciare al pomeriggio tardo per eventuali puntatine esplorative fino a notte fonda.

Il programma viene confermato, nel pomeriggio torna il bel tempo e, tra le varie alternative, decidiamo che può essere opportuno andare ad esplorare la grotta D12 a Grone (nei pressi di quella in cui sono stati fatti i ritrovamenti archeologici) scoperta dal Gruppo Grotte i Tassi circa 2-3 anni fa e della quale poi gli stessi Tassi hanno deciso di fornirci posizionamento e rilievo.

La grotta era già stata vista in un paio di situazioni da me e Max, durante le quali per questioni di tempo e/o attrezzature ci si era limitati ad effettuare la poligonale degli ambienti visibili senza indagare nulla (e quindi basandoci su quanto riportatoci dai Tassi stessi). In effetti, il confronto tra i due rilievi confermava la sostanziale correttezza delle informazioni riportateci.

Ci troviamo verso le 18:00 alla Valle del Freddo e salutiamo Fabio che sta per andarsene: era di turno per gli accompagnamenti. Raduniamo e carichiamo tutto: corde, moschettoni, sacche, mazze, punte e quant'altro e partiamo per Grone arrivando in loco verso le 19:00.

La sbarra della strada privata è alzata e ne approfittiamo, conoscendo il proprietario non dovrebbero esserci problemi. Infatti poi lo incontriamo con sua moglie, lo aggiorniamo in merito al fatto che in settimana comincerà un bel via vai a causa degli scavi con gli archeologi e lui ci ricompensa dandoci una copia della chiave della sbarra fino a fine lavori...ottimo.

Andiamo a controllare l'accesso della grotta Altro Pianet (luogo dei ritrovamenti) e verifichiamo che sia tutto in ordine.

Torniamo alla macchina e prendiamo l'occorrente per l'esplorazione, quindi di nuovo alla grotta.

Entriamo e Vez rimane subito sorpreso tanto per cominciare dal significativo flusso d'aria (in uscita, quindi ingresso meteobasso) presente; io invece rimango sorpreso da una strettoia a pochi metri dall'ingresso che mi ricordavo meno ostica (le sacche fanno fatica a passarci e ci dobbiamo aiutare). Proseguiamo e Vez rimane nuovamente sopreso dalle dimensioni notevoli e dalle morfologie degli ambienti: a parte qualche piccola diramazione sospetta da indagare qua e là, il salone principale è un ambiente di crollo, impostato in pieno interstrato, discretamente concrezionato, con pianta dalla forma irregolare sui 15x20 metri e con altezza a occhio nel punto più alto sui 20 metri.

Prima di dedicarci all'esplorazione del cunicolo terminale, dove i Tassi si sono dedicati ad un imponente lavoro di scavo prima di abbandonare, decidiamo di esplorare una bellissima galleria in salita, praticamente un vecchio arrivo ormai fossile e concrezionatissimo a colate e vaschette, dimensioni medie 1,5 x 2 metri. L'arrampicata è piuttosto semplice, tranne che in un paio di punti, il ramo prosegue per circa 20-30 metri per poi chiudere a soffitto in spazi angusti e concrezionati. Probabilmente non potrà regalare nulla. 

Sono ormai le 21:30 passate e il lunedi di lavoro incombe, non possiamo fare altro che dedicarci all'esplorazione delle gallerie del fondo.

La galleria di accesso, dove dobbiamo armare, me la ricordavo bene: uno scivolo fangosissimo e strettino che poi si affaccia su un salto di circa 5-6 metri in ambienti grossi. Proviamo a cercare i segni del precedente armo fatto dai Tassi: un pò a fatica, i fix fanno capolino tra la fanga, ma sono utilizzabili. Ad alcuni manca il dado, in altri la filettatura è cosi sporca che si fa fatica ad avvitare, fatto sta che mi infilo nella condottina dove, in condizioni non agevolissime, trovo un altro fix a soffitto, mi avvicino al pozzo e mi "lancio" per predisporre l'armo su di un fix doppiato con altro fix con anello a soffitto, saggiati preventivamente in merito alla tenuta. Per fortuna l'armo, seppur non agevole, è reso più semplice dalla possibilità di stare in contrapposizione sulle pareti e quindi procedo e scendo. Vez mi raggiunge e ci troviamo in una galleria sub-orizzontale alta sui 6-7 metri, larga 2, che procede per una decina di metri. Poi sembra stringere, in realtà superando una semplice strettoia la galleria riprende nuovamente con dimensioni analoghe per alcuni metri. Dopo un'altra strettoia, appena più impegnativa, ancora l'ambiente si allarga in una saletta con accesso ad ennesima galleria fangosissima su piano inclinato e piuttosto angusta.  Ci infiliamo e dopo qualche metro ci fermiamo su di un salto stimato in 4-5  metri rischioso da tentare in libera. Sul fondo si vede una saletta di dimensioni 3x4 dal pavimento pieno di fango: probabilmente è il punto dove i Tassi si sono fermati. Cerchiamo qua e là rapidamente segni di fix o altro ma niente...che non siano mai scesi? Sembra difficile crederlo, o sono scesi in libera oppure non abbiamo visto noi i segni dell'armo. Fatto sta che ormai è tardi e, pienamente soddisfatti dell'esito dell'uscita, nel complesso risultata utile su più fronti, andiamo verso l'uscita.

In valletta è ormai mezzanotte passata, temiamo di essere investiti dal classico vento gelido "da valletta" (siamo bagnatissimi e infangatissimi), in realtà ci accoglie un tiepido e corroborante venticello primaverile, chi l'avrebbe mai detto? Torniamo alla macchina, ci cambiamo e poi a casa.

La grotta è molto grande e bella, seppur ormai sostanzialmente fossile ha sicuramente in passato esercitato un importante ruolo drenante. L'aria è molto presente all'ingresso ma, seppur flebilmente, si avverte anche sulle gallerie del fondo, quindi è lecito aspettarsi delle prosecuzioni.

Bisognerà come minimo scendere nella saletta terminale per comprendere l'entità del lavoro, ma vale sicuramente la pena tentare. Quindi abbiamo deciso di lasciare armato, visto che nelle prossime settimane (forse anche in settimana la sera verso l'ora di cena) io e Vez ci siamo ripromessi di tornare.

La valletta, può nascondere molti altri accessi e in generale l'area è stata vista molto poco. Geograficamente, pur essendo a Grone, può essere un accesso al complesso afferente alla Sorgente Pianèt più che alla famigerata Acquasparsa. Litologicamente siamo in pieno Calcare del Domaro (molto allettante).

Maurizio Greppi

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