venerdì 20 maggio 2011

Emozioni “Bueniche” by Dart Laura

 

Prologo

Sono nata al mondo notturna, con uno spirito solitario e tenace. Ho viaggiato, ho viaggiato molto riuscendo a muovermi nel mondo più di quanto sia mai stata in grado di farlo nei luoghi che dovevano essermi più familiari. Ho visto molto delle brutture e delle bellezze che il mondo racchiude, ho avuto moltissimo e perduto ancora di più. IMG_2907

Irrequieta sono approdata a Bueno e dalle trecce da bambina, la chioma sciolta da ragazza, il chador da giovane donna avventurosa sono giunta al mio kasko Petzl.

Orgogliosissima.

Mi sono immersa in Bueno grazie al fatto che, nonostante un crazy-show di provenienza poco sospetta, qualcuno ha creduto in me e nella mia "testa".

 

Mi sono addentrata in Bueno digiuna della materia: da me, per ora, non avrete numeri, definizioni tecniche, per quelle c'è tempo; la mia visione è di pancia, una mano sul cuore. Il mio approccio è stato nudo, istintivo, naturale e lo è ogni volta di più perché la familiarità con gli attrezzi mi permette di assecondare il mio bisogno: respirare la grotta senza filtri. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza Kraus, Massimo e Gripp che al primo campo mi hanno accudita e seguita con la capacità di lasciarmi "libera" di vivere gli spazi a modo mio; loro più "pensierosi" di quanto lo fossi io, più preoccupata di rallentare il loro passo che altro... le mie scuse si sprecavano. Ora, al mio terzo campo, fino al Fossile, ho aperto io la strada del ritorno, tanto che hanno deciso di appiopparmi il sacco trapano la prossima volta! Forse mi dovevo giocare meglio le carte da femmina..

Mi sento fortunata, siamo affiatati e il mix che ne esce è esilarante, non credo di aver mai riso tanto così a lungo. Abbiamo personalità diverse, ovvio, ma credo che il neurone "grotta" nella nostra testa sia familiare. Sto scoprendo lati di me di cui sono fiera e altri meno edificanti: non sono brava quanto speravo ad ironizzare su me stessa..forse.       Migliorerò.

Squadra

Bueno è così, ti mette di fronte a gran parte di quello che sei, ma va bene, ogni volta impariamo il valore delle nostre debolezze. Il ritorno che ne ricevi è pari al rispetto che le porti, alla curiosità, alla passione che è una spinta inesauribile: non comprensibile completamente finché non la vivi.

Nasco a Bueno col Mostro degli Avvisati, battezzato così in memoria della polemica pre-primo-ingresso: il Mostro sono io (in senso positivo e non l'ho detto io..), gli Avvisati sono quelli che hanno avuto il coraggio di rischiare ad avermi con loro. Massimo, Gripp e Kraus vi hanno già dato le "coordinate" e sottoscrivo tutta la gamma di emozioni, urla e sospensione del respiro che vi hanno descritto..All'Organo del Templare ci arriviamo al terzo campo che vede anche la presenza di Fabio che mi ha fatto scoprire la bontà dei pomodorini su un velo (poco velo) di salame sdraiato su un crostino servito su un plastik-piatto-rosso nella nostra lounge a quasi -440mt e grazie al quale (Fabio, non il salame) mi sto facendo una cultura sui troglobii...

Insomma, senza perdersi in giochi di pensiero...Sguardo ammirato alle linee morbide di ovattato candore delle concrezioni che si perdono fin dove arriva lo sguardo, in un ambiente immerso in aria bagnata e nebbiosa....tanto che, in tenda, ripensandoci, sono arrivata alle lacrime.

Abbiamo anche ritrovato un baby-Pippo, sì, un fratello-pipistrello, concrezionato in una vasca...povero..caduto dal nido quando il letto di fango su cui si trovava si è scaldato e sciolto, causa dell'alito fumante del cavallo razza Steinberg di proprietà del Templare che ha mollato l'unicorno perché ormai fuorimoda!  Chissà come avrà fatto ad arrivare fin lassù...o laggiù. Mi spiace per chi legge, perché ogni esplorazione, ogni scoperta, porta con sè tutta una serie di considerazioni, fanta-storie create al momento che è difficile da far passare se non vengono vissute..inabissarsi per credere e, forse, vi sveglierete anche voi con una chiamata persa sul cellulare fatta da Sir Templare.

"E' adesso che la festa inizia!" (Anakin aka Dart).

 

 

L'uscita è sempre emotivamente dolorosa, per me, l'ultima volta, alla partenza dal campo, quasi un male fisico.

L'ultima quieta riflessione scatta sempre quando arrivo al Fossile: " ? a cosa pensi quando le luci del nostro passaggio si allontanano, quando la nostra presenza caciara ti abbandona per un breve momento; a cosa pensi quando l'unico suono udibile è quello dei fiumi, dell'acqua che come sangue ti scorre nelle vene?"

Mi piace pensare che Grotta è un nome femminile: eterna, fedele, piena di mistero.

Il passo dal Fossile al confuso movimento del mondo esterno è breve, ma questa volta ad aspettarci c'era Yanni con il suo sguardo innocente e le sue definizioni del mondo "dal sapore poetico", ciliegie rosso vermiglio in un cestino colore dell'erba accompagnate da birra fresca.

Sono belle le strade difficili.

Laura@

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