giovedì 26 agosto 2010

Report 20/06/10

 


Luogo: Abisso Bueno Fonteno
Partecipanti: Vez, Grip, Kraus
Obbiettivo: Disostruzione del tratto terminale di Ariasanta
Consueto ritrovo al bar di piazza Fonteno dove incontriamo il gruppo
capitanato da Livio di ritorno da una visita in Bueno allo scopo di far
conoscere la grotta ai neocorsisti.
Visto il tempo instabile dei giorni precedenti chiediamo informazioni
sulla situazione idrica in grotta ottenendo risposte rassicuranti. Sul
P50 risulta attivo un solo tubo, seppure in continuo, dei due installati
per deviare l’acqua. Nel pomeriggio ha iniziato a piovere e le
previsioni dicono che continuerà fino alla mattina di domenica. Il
torrente nella valle ha una  portata tranquilla e  sembra che le
condizioni per entrare in grotta in sicurezza ci siano. Male che vada
rischiamo di restare bloccati per qualche ora alla base del P50 in
attesa che passi un eventuale onda di piena come già successo in
passato, per cui decidiamo di dar seguito ai nostri propositi.
Entriamo  intorno alle 23.00 e l'avvicinamento al nostro obbiettivo
avviene senza intoppi. Lungo il percorso incrociamo Max e Edo di ritorno
dalla risalita alle colonne di burro. Lascio il resoconto dell’impresa
ai due protagonisti.
Risaliamo la forra terminale del meandro Francesco dove allarghiamo i
passaggi più ostici a mazzetta fino a incrociare la condotta che porta
ad Ariasanta e in breve raggiungiamo il cunicolo terminale che finisce
chiuso da numerose concrezioni che intendiamo demolire per consentirci
il passaggio.
Fin da subito appare chiaro che il lavoro è ostico. Le colonnette
concrezionate resistono alla mazzetta e anche l?uso del trapano per
indebolirne la struttura con una trivellata di fori risulta infruttuoso.
I soliti metodi di disostruzione risultano inapplicabili in quanto la
punta del trapano continua a sforare nel vuoto per cui dopo un oretta
scarsa di tentativi ci dobbiamo ritirare sconfitti.
Per questa volta ha vinto la grotta?.
Nel frattempo ci siamo accorti che l'acqua che scorre nella piccola
forra sottostante sta aumentando di intensità in modo preoccupante per
cui decidiamo di uscire. Già da lontano sentiamo le cascate della
risalita del conte e della forra terminale di Sifonik e capiamo che
fuori sta piovendo abbondantemente. In realtà la portata dell'acqua al
bivio è ancora tranquilla, in quel punto l'eco trasforma lo scroscio
della cascata in un rombo cupo.
Il transito del sifone viene effettuato in cinque--dieci centimetri
d'acqua e riusciamo a superarlo bagnandoci solo gli arti . Lungo la
forra i vari  affluenti si sono tutti gonfiati e contribuiscono ad
innalzare il torrente che ormai scorre impetuoso da una pozza all’altra.
Il passaggio su corda alla cascata del telo ci costringe a un lavaggio
totale che non ci lascia neanche un centimetro quadro di pelle asciutta.
Proseguiamo con la speranza che il P50 essendo situato su un altro ramo
idrico della grotta sia più abbordabile ma arrivati alla base del pozzo
ci rendiamo conto immediatamente che la situazione è ancora più critica
che in occasione dell'immersione dell'otto dicembre. I due tubi non sono
neanche lontanamente sufficienti a drenare la portata che per
la maggior parte si riversa direttamente nel pozzo seguendo la sua via
naturale.
Restiamo li per una mezzora indecisi se tentare la risalita od
accamparci nella tenda di soccorso predisposta allo scopo aspettando che
la situazione migliori. Ma ad un certo punto mi accorgo che il livello
dell'acqua sta aumentando facendomi capire che se si vuole tentare la
risalita bisogna farlo immediatamente. Decidiamo di lasciare i materiali
alla base in modo di limitare il più possibile la fatica e di comunicare
fra di noi con segnali luminosi causa l'impossibilità di farlo a voce e
affronto la risalita. A meta strada valuto che sia possibile arrivare in
cima e do il via libera agli altri. I tratti più impegnativi sono gli
ultimi tiri di corda che sono battuti in pieno dalla cascata. Nonostante
la difficoltà riesco a respirare in modo accettabile tenendo il capo
chino e il passamontagna sulla bocca. Appena giunto in cima mi giro e
vedo Grip e Vez che stanno salendo a loro volta e in breve siamo di nuovo
tutti riuniti.
All'uscita troviamo Max e Lisa ad aspettarci.
In conclusione non posso che riaffermare quanto già detto dopo la piena
dell'otto dicembre.
Con previsione di pioggia è consigliabile non entrare in Bueno.
Da quello che ho constatato deduco che in casi di forti temporali le
portate interne possono essere ancora più violente.
In ogni caso gli armi antiacqua si sono rivelati ancora sufficienti a
garantire l'uscita seppure eravamo in condizioni limite. Per migliorare
la situazione i tiri iniziali del P50 andrebbero doppiati 4 - 5 metri
più lontani da dove si trovano ora oppure riuscire a trovare il
passaggio alternativo che sale al ramo di Cerankio.

kraus

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