martedì 24 gennaio 2012

Esplorazione Tufere 21-22 gennaio 2012

 

Come preannunciato, durante il week end sono state effettuate due immersioni nella Sorgente Tufere, con l'obiettivo di superare la cascata in risalita oltre il sifone (lungo 140 metri e profondo 13 metri), ferma da molti mesi dopo 140 metri di condotta aerea sotto una scrosciante cascata.
La sorgente Tufere (Govine di Pisogne - Bs) si pone ad una quota di 420 metri circa (240 metri sopra il lago d'Iseo), e si ritiene sia una delle principali bocche d'acqua del profondo sistema carsico che si nasconde nel poderoso massiccio del Monte Guglielmo (1.957 m s.l.m.): la portata e soprattutto la forza della corrente, impediscono l'accesso per lunghi periodi l'anno, mentre in regimi di piena fa veramente impressione.

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E' da tempo che, in parallelo all'esplorazione del complesso Abisso Bueno Fonteno, ci siamo proposti di proseguire un gran lavoro di ricerca iniziato da decenni da altri gruppi speleologici, soprattutto bresciani: quello di scoprire cosa si cela all'interno del Monte Guglielmo.
Raccogliendo tutta la documentazione preesistente, rivisitando il più possibile e con le nuove scoperte, si spera di centrare l'obiettivo anche sul lato bresciano del Sebino.
Il periodo propizio ha facilitato le operazioni subacquee, e i tre speleosub, Luca Pedrali e i milanesi Davide Corengia e Stefano Gallingani, con supporto di numerosi soci del Progetto Sebino, si sono immersi la prima volta sabato 21, trasportando in due viaggi i materiali necessari per "l'artificiale" e risagolando il sifone (devastato dalle ultime piene).

 

La vasca di raccolta che alimenta la centrale elettrica di Govine


Superata la prima risalita (circa 20 metri), la grotta si ingrandisce e prosegue alla grande in ambienti di dimensioni che aumentano considerevolmente. Il percorso rimane costantemente bagnato dalla presenza del fiume in un ambiente quasi da canyoning. Dopo una cinquantina di metri in condotta che si allarga (5x4m), una nuova verticale impone il ritorno alla base esterna: gli ambienti qua sono molto vasti rispetto all'esplorato, e il dislivello da coprire è di almeno 35 metri.. Il fiume poi si riversa dappertutto con una cascata "potente": difficile anche fare foto o filmati (ma ci riescono!!!). Tufere oltresifone

Nella seconda immersione, quella della domenica 22, la squadra di forti speleosub e soprattutto di esploratori, con non poche difficoltà attrezza la nuova verticale raggiungendo in arrampicata (e sotto cascata) una nuova galleria: superato anche il nuovo ostacolo, i tre entrano in una condotta allagata e dopo poche decine di metri si trovano di fronte ad una nuova barriera d'acqua da superare. Un nuovo sifone!! E bello transitabile!!
Luca lo battezza come "Il Sifonazzo".

Nel ritorno vengono anche prelevati campioni di fauna acquatica ed effettuata topografia e video/foto.
Dentro il Guglielmo quindi: finalmente una "porta" che attesta ciò che si è sempre supposto: anche questo massiccio nasconde un mostro, e la cresta (con parecchi inghiottitoi soffianti) è a 1500 metri più in su...
Forza adesso! Si è aperta la caccia al tesoro.....
Tantissime le verticali presenti in zone alte, ma sempre chiuse in perfidi restringimenti o frane, e solo in un'occasione si è riscontrata la presenza di corsi d'acqua "da tracciamento" (cosa che faremo a breve).
Gli ambienti esplorati ieri finalmente sono la prova di "cose grosse", e per l'ennesima volta si è appena all'inizio di una nuova avventura: a quanto pare ci saranno nuove leve nei prossimi corsi di speleosub!
La grotta prosegue dritta verso il cuore della montagna, e per il momento ha uno sviluppo di 440 metri, e un dislivello di 91 metri (+78; -13)... ma solo fino a sabato prossimo...

Tufere sifone

Un grosso plauso ai vari soci presenti (una trentina circa in due giorni) per l'organizzazione logistica del tutto, appoggiati anche dal Comune di Pisogne e con il permesso della Idroelettrica Lombarda srl, che ne gestisce la captazione.
Ma i complimenti "speciali", oltre al mitico Luca Pedrali che ha sempre più "naso", vanno a Davide Corengia che ha attrezzato in condizioni non da poco e Stefano Gallingani, per la collaborazione


Max Pozzo

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